Cosa fare in un sabato pomeriggio di pioggia, quando non puoi uscire di casa, non puoi incontrarti con nessuno e inizi a intristirti un pochino? Be’, che domande... prepari la torta di mele, quella che quando la metti nel forno – mentre cuoce – profuma tutta la casa, e che - quando la inzuppi nel latte - ti fa tornare bambina. E scacci tutti i pensieri, torni a sorridere e a sentirti un po’ più leggera.

Oggi parliamo di . Una delle mie grandi passioni. Caldo o freddo, d’inverno o d’estate. Per me non c’è giorno che non inizi così: una tazza da stringere tra le mani e la mia infusione preferita da sorseggiare piano piano. Mi rilassa, mi coccola e mi regala energia. Morning rituals, si dice così, giusto?

Ho ricordi bellissimi legati alle crostate. La mia nonna preparava spesso quella classica con la marmellata per la merenda della domenica. Quella con le strisce di pasta frolla che si incrociano e creano una sorta di reticolato sulla superficie. In mezzo ad ogni quadretto ci metteva una pallina di frolla che risultava sempre tanto croccante, e ogni volta mio fratello ed io facevamo a gara per rubare le palline dalle fette di mamma e papà.

Ok, questa è grossa. È davvero una cosa rivoluzionaria. Il cavolfiore nella torta. Giuro che fino a ieri per me era “anche no”. Ma dopo aver sfornato questo dolce mi sono totalmente ricreduta. La consistenza che questo ortaggio regala è strepitosa. Le sue proprietà le conosciamo tutti. Nessun cattivo odore e nessun retrogusto. La torta morbida e umida. Talmente leggera che non sai nemmeno di averla mangiata. Una bomba, insomma.

Da quando, domenica 23 febbraio, è andata in scena la prima “puntata” di BenEssere Brunch (un appuntamento tutto dedicato al fitfood, che ho organizzato insieme con la mia amica e collega Cecilia Mansani aka Delicious Breakfast sui Social) mi è presa una voglia pazzesca di sfornare torte. Vederle crescere nel forno, cercare di “bilanciarle” secondo la mia filosofia alimentare, e poi affondare la forchetta e pensare WOW! Ma quanto cavolo è buona!?

Quella di oggi non è che posso chiamarla ricetta. Diciamo che si tratta più che altro di un'idea geniale. Non perchè io mi consideri un genio - quello è mio fratello che fa il professore di statistica, prima ad Harvard e ora all'Università di Philadelphia, che ha collaborato con la Nasa, Google, Microsoft ecc. - ma perchè è quell'idea che ti permette di prepararti in tempo zero uno snack dolce o salato, oppure un pasto (a seconda delle quantità) in praticamente tre, due, uno!

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Per proseguire con la navigazione del sito, è necessario acconsentire all'utilizzo dei cookie selezionando il pulsante "Accetta".