Quando c’è lo zampino di Marco Bianchi, puoi starne certo, si parla di prodotti belli e buoni. Così quando sono stata invitata alla presentazione di una nuova linea di pasta fresca firmata dallo chef scienziato (I Belli e Buoni di Marco, per l’appunto), divulgatore scientifico per la Fondazione Umberto Veronesi, ho accettato senza esitazione, anche se – chi mi conosce lo sa – io la pasta non la mangio quasi mai.

Sono davvero tante le persone che soffrono di intolleranze alimentari: i sondaggi ci dicono che in Italia i celiaci si aggirano intorno a 164.000, mentre i nostri connazionali che hanno problemi con latticini e derivati superano la metà della popolazione.

Io stessa - lo ammetto - consumo con parsimonia queste due classi di alimenti: un po’ perché per quanto riguarda i cereali preferisco variare il più possibile (la mia scelta ricade spesso sulla quinoa, l’amaranto, il miglio ecc.), un po’ perché dei latticini non sono una grandissima fan. Quelli stagionati, dal sapore intenso non mi piacciono, mentre quelli freschi “una volta ogni tanto” - perché bisogna mangiare un po’ di tutto - senza troppo entusiasmo. Ma se per ogni regola c’è un’eccezione, il parmigiano reggiano, che adoro gustare a metà mattina accompagnato da un piccolo frutto, e lo yogurt greco che con il miele e le noci è una vera delizia, sono le mie.

Non tutti i pomodori sono uguali: le varietà sono infinite, come infinite sono le sfumature di gusto di questi frutti che appartengono alla famiglia delle Solanacee (insieme con la patata, il peperone e la melanzana). Ad essere il medesimo però è il contenuto di sostanze nutritive benefiche che rende il pomodoro un vero e proprio elisir di salute: ricco di vitamina C e folati, calcio, fosforo e selenio, il pomodoro è soprattutto fonte di licopene, il pigmento che gli dona il tipico colore rosso, dalle note proprietà antiossidanti e anticancerogene.

Nella mia top five dei piatti della cucina orientale, al primo posto troneggia senza dubbio il sushi. Oltre ad essere gustoso e sfizioso, rappresenta infatti un piatto completo e ben bilanciato: fornisce carboidrati (il riso bianco), proteine di quelle nobili (il pesce) e grassi buoni (presenti nel pesce, ma anche nelle alghe e nell’avocado, tra gli ingredienti spesso utilizzati per preparare gli uramaki, i classici rotolini, per intenderci).

Con l’avvento di Expo, la mia bella Milano si è trasformata nella città del #fitfood per eccellenza :) Sono tantissimi gli eventi dedicati alla sana alimentazione, allo stile di vita ecosostenibile ed all’attività fisica intesa come fonte di benessere, che prendono vita nelle location più cool, nei parchi e nelle piazze. Energia wellness che coinvolge tutto e tutti, grandi e piccini, e forse, in piccola parte, aiuterà ad innescare quella food revolution che davvero, se ti fai travolgere, è in grado di cambiarti la vita in meglio. Più verdura e frutta, più movimento e meno smog, più sorrisi e addio allo stress.

Si chiama Blu, ma ora non lo è più. No, non sto farneticando in preda alla classica sindrome da inizio settimana (anche se come dice Vasco “odio quel giorno lì”). Vi sto invece per raccontare di un luogo (e, va da sé, di un pranzo) di quelli che non si dimenticano facilmente. Il Blu per l’appunto: uno di quei locali che quando varchi la soglia ti senti a casa.

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